Café Mollien, Full of Parisian Allure
30 June 2016
17 December 2014
Dal 3 dicembre al 11 gennaio 2015, il Triennale DesignCafè ospita una fioritura di fiori di latta dal lungo stelo. Si tratta della mostra-omaggio a Gherardo Frassa, curata da Silvana Annichiarico, direttore del Triennale Design Museum, titolata “Non è la rosa, non è il tulipano”.
L’esposizione raccoglie i fiori futuristi creati da Frassa nel 1986, sino all’ultimo lavoro di questo artista anticonformista, che praticava incursioni nel mondo dell’arte, del design, dalla moda, dell’artigianato.
Fiori di latta, l’ultimo progetto cui Frassa si è dedicato, raccoglie creazioni di amici pittori, scultori, architetti, tra i quali Andrea Branzi, Pierluigi Cerri, Aldo Cibic, Sergio Calatroni.
“Fiori di latta” è diventato un marchio (il logo è stato disegnato con l’artista Emilio Tadini) e ha ripreso vita nel 2010, con nuovi contributi di artisti, designer e grafici, per offrire stilizzate fioriture perenni, ideali per decorare ambienti d’ogni epoca e stile.
Dal 3 dicembre al 11 gennaio 2015, il Triennale DesignCafè ospita una fioritura di fiori di latta dal lungo stelo. Si tratta della mostra-omaggio a Gherardo Frassa, curata da Silvana Annichiarico, direttore del Triennale Design Museum, titolata “Non è la rosa, non è il tulipano”.
L’esposizione raccoglie i fiori futuristi creati da Frassa nel 1986, sino all’ultimo lavoro di questo artista anticonformista, che praticava incursioni nel mondo dell’arte, del design, dalla moda, dell’artigianato.
Fiori di latta, l’ultimo progetto cui Frassa si è dedicato, raccoglie creazioni di amici pittori, scultori, architetti, tra i quali Andrea Branzi, Pierluigi Cerri, Aldo Cibic, Sergio Calatroni.
“Fiori di latta” è diventato un marchio (il logo è stato disegnato con l’artista Emilio Tadini) e ha ripreso vita nel 2010, con nuovi contributi di artisti, designer e grafici, per offrire stilizzate fioriture perenni, ideali per decorare ambienti d’ogni epoca e stile.
The Moodboarders is a glance into the design world, which, in all of its facets, captures the extraordinary even within the routine. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick-up on budding trends, emerging talents and neglected aesthetics. Instead of essays, we use brief tales to tune into the rhythm of our world. We travelled for a year without stopping, and seeing as the memory of this journey has not faded, we have chosen to edit a printed copy. We eliminated anything episodic, ephemeral or fading, maintaining a variety of articles that flow, without losing the element of surprise, the events caught taking place, and the creations having just bloomed.