T’A MILANO, cioccolato d’autore
10 aprile 2016
12 gennaio 2017
Difficile etichettare Alexander Girard, di cui l’azienda svizzera Vitra riedita numerosi accessori decorativi, data la duttilità del suo talento. Architetto, industrial, graphic, textile, exhibition e interior designer, nato nel 1907, crebbe a Firenze da padre italiano e madre americana. Il padre Carlo Matteo, artista, collezionista d’arte e d’antiquariato, ha sicuramente contagiato il figlio, trasmettendogli la sua passione per gli oggetti di fine manifattura. Corredato di ben tre lauree in architettura (Italia, Inghilterra e Stati Uniti), Alexander agli inizi degli anni 30 si trasferisce negli Stati Uniti per dedicarsi all’architettura.
Grazie al suo stile, rapidamente di successo, entra in contatto con i personaggi di spicco della scena creativa, come Georgia O’Keeffe, Saul Steinberg, Alexander Calder, Eero Saarinen, George Nelson e Ray and Charles Eames con i quali nel 1940 iniziò un proficuo sodalizio. Girard possedeva un’idea solare del design che ha riverberato nel suo vasto repertorio che spaziava dagli interni, ai quaderni e alle scatole di fiammiferi. Con la sua multiforme produzione ha fornito una propria visione del mondo, colorata e giocosa, ancora oggi contemporanea, anche se legata all’estetica del proprio tempo.
DOVE: Klünenfeldstrasse 22 4127 Birsfelden, Switzerland
Difficile etichettare Alexander Girard, di cui l’azienda svizzera Vitra riedita numerosi accessori decorativi, data la duttilità del suo talento. Architetto, industrial, graphic, textile, exhibition e interior designer, nato nel 1907, crebbe a Firenze da padre italiano e madre americana. Il padre Carlo Matteo, artista, collezionista d’arte e d’antiquariato, ha sicuramente contagiato il figlio, trasmettendogli la sua passione per gli oggetti di fine manifattura. Corredato di ben tre lauree in architettura (Italia, Inghilterra e Stati Uniti), Alexander agli inizi degli anni 30 si trasferisce negli Stati Uniti per dedicarsi all’architettura. Grazie al suo stile, rapidamente di successo, entra in contatto con i personaggi di spicco della scena creativa, come Georgia O’Keeffe, Saul Steinberg, Alexander Calder, Eero Saarinen, George Nelson e Ray and Charles Eames con i quali nel 1940 iniziò un proficuo sodalizio. Girard possedeva un’idea solare del design che ha riverberato nel suo vasto repertorio che spaziava dagli interni, ai quaderni e alle scatole di fiammiferi. Con la sua multiforme produzione ha fornito una propria visione del mondo, colorata e giocosa, ancora oggi contemporanea, anche se legata all’estetica del proprio tempo.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.