Bestiarium
11 giugno 2015
8 aprile 2015
Fiam prosegue la sua esplorazione sul narcisismo, incrementando la sua collezione di grandi specchi con Ginevra, firmato da Dante Benini e Luca Gonzo, un modello rettangolare, con la cornice accartocciata che pare modellata in carta argentata.
Le aziende rivelano vitalità e inventiva e pare abbiano ritrovato il gusto di osare, rompendo gli schemi del buon gusto borghese, anche con proposte dal lieve tocco ironico. Le carte si stanno rimescolando: designer –artisti, avvezzi ai pezzi unici e alle provocazioni, si sono cimentati con la serie, come Martino Gamper che ha progettato per la storica azienda Gebrüder Thonet di Vienna una serie di sedute e sgabelli, denominata le Cirque, per via delle acrobatiche reinterpretazioni delle classiche sedute viennesi.
Alessandra Baldereschi riproduce per Seletti il motivo capitonné in sedute da esterno in ferro verniciato.
Fernando e Humberto Campana per il marchio A Lot Of Brasil, creato da Pedro Paulo Franco, che sin dal suo esordio nel 2013 espone a Milano la sua collezione firmata da noti designer internazionali, ricamano una sedia dal colore segnaletico, assemblando tondini metallici. L’azienda F.lli Boffi, specializzata in classico, ha imboccato con decisione la via del contemporaneo di design e propone una nuova tipologia di seduta, Parallell, dall’alto schienale, con struttura in metallo e rivestimento in pelle intrecciata, simile ad un “existens minimum” angolare, suggerendo una inedita tipologia di seduta adatta a pause di concentrazione. Le poltrone rubano ispirazioni alla moda e sfoggiano schienali modellati come avvolgenti colli (Gordon Guillaumier per Lema), oppure simili a corsetti chiusi da grandi spille (Bartoli design per Kristalia). I divani si espandono per diventare isole di comfort
(Lounge di Calligaris e Summit di Giulio Iacchetti per Casamania). Compaiono colori segnaletici, come nella sedia Olivia di Rexite. Il designer nordico abbandona il legno naturale e scegle la policromia (Charles Hansen) per le sue nuove sedute; mentre Artek si affida ai fratelli Bouroullec per rendere fluido lo spazio di lavoro. I grandi tavoli, infine, suggeriscono un ritorno alla convivialità (Leonardo di Fendi Casa, Corssby di Fattorini – Rizzini per Arper e Francesco Rota per Paola Lenti).
Cassina, storica azienda d’arredo, nota per le sue riedizioni dei grandi maestri del 900, si rivolge allo spagnolo Jaime Hayon, noto per il suo approccio fantasioso e per il suo repertorio di bizzarre figurine in porcellana, per una nuova serie di sgabelli/vassoio in legno tinto nero, che paiono personaggi di un’opera buffa, nuovi nella figurazione e nella tipologia. Lo sgabello, equipaggiato di manico e vassoio, diventa un pratico tavolino da salotto trasportabile, rinnovando la coreografia dell’ospitalità.
DOVE: Fiera Rho – Milano
Fiam prosegue la sua esplorazione sul narcisismo, incrementando la sua collezione di grandi specchi con Ginevra, firmato da Dante Benini e Luca Gonzo, un modello rettangolare, con la cornice accartocciata che pare modellata in carta argentata.
Le aziende rivelano vitalità e inventiva e pare abbiano ritrovato il gusto di osare, rompendo gli schemi del buon gusto borghese, anche con proposte dal lieve tocco ironico. Le carte si stanno rimescolando: designer –artisti, avvezzi ai pezzi unici e alle provocazioni, si sono cimentati con la serie, come Martino Gamper che ha progettato per la storica azienda Gebrüder Thonet di Vienna una serie di sedute e sgabelli, denominata le Cirque, per via delle acrobatiche reinterpretazioni delle classiche sedute viennesi.
Alessandra Baldereschi riproduce per Seletti il motivo capitonné in sedute da esterno in ferro verniciato.
Fernando e Humberto Campana per il marchio A Lot Of Brasil, creato da Pedro Paulo Franco, che sin dal suo esordio nel 2013 espone a Milano la sua collezione firmata da noti designer internazionali, ricamano una sedia dal colore segnaletico, assemblando tondini metallici. L’azienda F.lli Boffi, specializzata in classico, ha imboccato con decisione la via del contemporaneo di design e propone una nuova tipologia di seduta, Parallell, dall’alto schienale, con struttura in metallo e rivestimento in pelle intrecciata, simile ad un “existens minimum” angolare, suggerendo una inedita tipologia di seduta adatta a pause di concentrazione. Le poltrone rubano ispirazioni alla moda e sfoggiano schienali modellati come avvolgenti colli (Gordon Guillaumier per Lema), oppure simili a corsetti chiusi da grandi spille (Bartoli design per Kristalia). I divani si espandono per diventare isole di comfort
(Lounge di Calligaris e Summit di Giulio Iacchetti per Casamania). Compaiono colori segnaletici, come nella sedia Olivia di Rexite. Il designer nordico abbandona il legno naturale e scegle la policromia (Charles Hansen) per le sue nuove sedute; mentre Artek si affida ai fratelli Bouroullec per rendere fluido lo spazio di lavoro. I grandi tavoli, infine, suggeriscono un ritorno alla convivialità (Leonardo di Fendi Casa, Corssby di Fattorini – Rizzini per Arper e Francesco Rota per Paola Lenti).
Cassina, storica azienda d’arredo, nota per le sue riedizioni dei grandi maestri del 900, si rivolge allo spagnolo Jaime Hayon, noto per il suo approccio fantasioso e per il suo repertorio di bizzarre figurine in porcellana, per una nuova serie di sgabelli/vassoio in legno tinto nero, che paiono personaggi di un’opera buffa, nuovi nella figurazione e nella tipologia. Lo sgabello, equipaggiato di manico e vassoio, diventa un pratico tavolino da salotto trasportabile, rinnovando la coreografia dell’ospitalità.
DOVE: Fiera Rho – Milano
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.