Nuova sede torinese per Gebruder Thonet
7 dicembre 2016
28 maggio 2015
A fine giornata, prima di rientrare a casa dopo il lavoro, sono tanti quelli che amano distrarsi bevendo qualcosa in compagnia e facendo un piccolo spuntino con colleghi e amici. In Italia ci sono i bar e le osterie, in Inghilterra i pub, in Spagna le taperie… E in Giappone gli Izakaya!
Spesso meno conosciuti a noi occidentali, questi locali informali servono sake e birra accompagnati con piattini sfiziosi da condividere con i compagni: edamame (fagioli di soia), kyuri tofu (formaggio di soia con cetrioli), yakitori (spiedini di pollo) e ebi mayo (gamberi fritti), solo per citarne alcuni.
Per via delle numerose comunità provenienti dal Sol Levante, questi tradizionali localini sono molto diffusi anche in Canada. Jean de Lessard ha firmato gli interni dell’Izakaya Kinoya di Montréal, scommettendo su uno stile aggressivo e ruvido ma di sicuro impatto. Il nuovo ristoro occupa lo spazio di un ristorante giapponese di stampo più “classico”, del quale sono stati mantenuti gli arredi e parte del pavimento. Ora però entrando nell’Izakaya Kinoya si ha l’impressione di trovarsi in una costruzione di legno fatta in velocità. Le pareti e i soffitti irregolari nascono dall’accostamento di assi grezze, abbellite da disegni di samurai, polipi giganti e ideogrammi sui toni decisi del rosso e del nero. Nonostante lo spazio sia stretto e i posti a sedere molto vicini tra di loro, pare che la teoria della “shock socialization” proposta da de Lessard abbia dimostrato di funzionare al 100%: già dopo pochi mesi dall’apertura il Kinoya ha registrato il tutto esaurito ogni sera.
DOVE: 4250 Rue Saint-Denis, Montréal, QC H2J 2K8, Canada
A fine giornata, prima di rientrare a casa dopo il lavoro, sono tanti quelli che amano distrarsi bevendo qualcosa in compagnia e facendo un piccolo spuntino con colleghi e amici. In Italia ci sono i bar e le osterie, in Inghilterra i pub, in Spagna le taperie… E in Giappone gli Izakaya!
Spesso meno conosciuti a noi occidentali, questi locali informali servono sake e birra accompagnati con piattini sfiziosi da condividere con i compagni: edamame (fagioli di soia), kyuri tofu (formaggio di soia con cetrioli), yakitori (spiedini di pollo) e ebi mayo (gamberi fritti), solo per citarne alcuni.
Per via delle numerose comunità provenienti dal Sol Levante, questi tradizionali localini sono molto diffusi anche in Canada. Jean de Lessard ha firmato gli interni dell’Izakaya Kinoya di Montréal, scommettendo su uno stile aggressivo e ruvido ma di sicuro impatto. Il nuovo ristoro occupa lo spazio di un ristorante giapponese di stampo più “classico”, del quale sono stati mantenuti gli arredi e parte del pavimento. Ora però entrando nell’Izakaya Kinoya si ha l’impressione di trovarsi in una costruzione di legno fatta in velocità. Le pareti e i soffitti irregolari nascono dall’accostamento di assi grezze, abbellite da disegni di samurai, polipi giganti e ideogrammi sui toni decisi del rosso e del nero. Nonostante lo spazio sia stretto e i posti a sedere molto vicini tra di loro, pare che la teoria della “shock socialization” proposta da de Lessard abbia dimostrato di funzionare al 100%: già dopo pochi mesi dall’apertura il Kinoya ha registrato il tutto esaurito ogni sera.
DOVE: 4250 Rue Saint-Denis, Montréal, QC H2J 2K8, Canada
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.