“I colori non sono irrilevanti”, scrive Michel Pastoureau, storico, antropologo, il maggior specialista dei colori e dei loro linguaggi simbolici; “veicolano dei codici, dei tabù, dei pregiudizi cui obbediamo senza saperlo, possiedono significati reconditi che influenzano profondamente il nostro ambiente, i nostri comportamenti, il nostro linguaggio, il nostro immaginario” ( Le petit livre des couleurs, Editions du Panama, 2005). I colori hanno le loro stagioni e si alternano sul palcoscenico della vita: la moda è la più importante spia dei loro corsi e ricorsi. Dopo tanto bianco e nero, sia nell’abbigliamento, sia nel design, stiamo vivendo un periodo arcobaleno. Tanti colori, tutti assieme, in fantasie geometriche e figurative, decorano abiti, arredi, pareti e pavimenti, regalandoci un panorama variegato, come testimoniano installazioni di design, recenti opere artistiche e la mostra Fashion Forward al Musée des Arts Decoratifs di Parigi. L’apparire nel cielo tempestoso di questo arcobaleno può essere interpretato come il desiderio di scrollarsi di dosso il nero della paura. La moda è sempre la prima a esorcizzare, vale citare il New look di Dior (1950) con le sue ampie gonne a ruota, antidoto alla miseria post bellica.