La Fondation Cartier di Parigi ha proposto sino al 10 gennaio una mostra dedicata alla vitalità artistica della Repubblica democratica del Congo, esplorando, per la prima volta, circa un secolo di storia dell’arte congolese. Curata da André Magnin, la rassegna documenta pittura, fotografia, fumetti e musica, celebrando, senza ordine cronologico, artisti moderni e contemporanei. La fotografia, di grande forza iconica, racconta il fenomeno dei sapeurs (i dandy africani), evidenziando l’originale eleganza dei soggetti, sia maschili che femminili, consapevoli della loro speciale bellezza. La pittura spazia da realizzazioni arcaico/ naif, policrome, per lo più a soggetto animale, a figurazioni contemporanee, di tipo pop, in tonalità accese. Emerge dalle rappresentazioni, sia fotografiche, sia pittoriche il vigore espressivo di un popolo giovane che utilizza l’arte, nelle sue varie manifestazioni, come popolare forma narrativa

L’esposizione “Beauté Congo – 1926-2015 – Congo Kitoko”, a cura diAndré Magnin, ripercorre quasi un secolo di storia dell’arte congolese
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JP Mika, Kiese na kiese (Le Bonheur et la Joie), 2014. Oil and acrylic on canvas, 168.5 x 119 cm. Pas-Chaudoir Collection, Belgique. © JP Mika.
Il dinamismo artistico del Congo è anche intrinsecamente legato all’onnipresenza della musica nella vita cittadina.
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Le opere esposte parlano in maggioranza di natura e vita quotidiana, ma ci sono anche favole e sogni locali, e quelle più recenti sono legate a eventi politici e sociali.
I colori sono sempre vivaci e ridenti e quando questi calano di intesità e spessore è lo stesso soggetto raprresentato a gestire le emozioni e la tensione che si cerca di far trapelare.
Pili Pili Mulongoy nelle sue opere dà libero corso all’immaginazione, creando quadri brillanti e gioiosi, ognuno con uno stile personale di sorprendente inventiva.

DOVE: 261 Boulevard Raspail, 75014 Paris, France

La Fondation Cartier di Parigi ha proposto sino al 10 gennaio una mostra dedicata alla vitalità artistica della Repubblica democratica del Congo, esplorando, per la prima volta, circa un secolo di storia dell’arte congolese. Curata da André Magnin, la rassegna documenta pittura, fotografia, fumetti e musica, celebrando, senza ordine cronologico, artisti moderni e contemporanei.
La fotografia, di grande forza iconica, racconta il fenomeno dei sapeurs (i dandy africani), evidenziando l’originale eleganza dei soggetti, sia maschili che femminili, consapevoli della loro speciale bellezza. La pittura spazia da realizzazioni arcaico/ naif, policrome, per lo più a soggetto animale, a figurazioni contemporanee, di tipo pop, in tonalità accese.
Emerge dalle rappresentazioni, sia fotografiche, sia pittoriche il vigore espressivo di un popolo giovane che utilizza l’arte, nelle sue varie manifestazioni, come popolare forma narrativa.

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The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.