Terrazza Triennale, a due passi dal cielo
30 aprile 2015
14 maggio 2015
Il cibo, da quando dal crudo si è passati al cotto, per essere consumato deve essere cucinato. La mostra Cucine e Ultracorpi, curata da Germano Celant con Silvana Annicchiarico, proposta nello spazio del Design Museum, narra l’evoluzione degli strumenti per la sua preparazione. L’allestimento immaginifico di Italo Rota li presenta al pari di creature extrarrestri. I frigoriferi argentati, nell’oscurità rischiarata dalle luci azzurrine che filtrano dagli sportelli aperti, paiono steli di Odissea nello Spazio 2001. Le fruste dei frullatori, racchiuse in una teca di vetro, girano cigolando, mentre le cucine, tutte bianche, in fila ordinata, disegnano un paesaggio surreale. Astratti dal contesto abitativo, estranei all’uso domestico, museificati, gli apparecchi da cucina rivelano la loro natura robotica.
Il cibo, da quando dal crudo si è passati al cotto, per essere consumato deve essere cucinato. La mostra Cucine e Ultracorpi, curata da Germano Celant con Silvana Annicchiarico, proposta nello spazio del Design Museum, narra l’evoluzione degli strumenti per la sua preparazione. L’allestimento immaginifico di Italo Rota li presenta al pari di creature extrarrestri. I frigoriferi argentati, nell’oscurità rischiarata dalle luci azzurrine che filtrano dagli sportelli aperti, paiono steli di Odissea nello Spazio 2001. Le fruste dei frullatori, racchiuse in una teca di vetro, girano cigolando, mentre le cucine, tutte bianche, in fila ordinata, disegnano un paesaggio surreale. Astratti dal contesto abitativo, estranei all’uso domestico, museificati, gli apparecchi da cucina rivelano la loro natura robotica.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.