Djerbahood, una tela a dimensione urbana
5 marzo 2015
25 febbraio 2016
Non poteva mancare in questa rassegna di figurine e figure un accenno alle danze di sculture tessili di Nick Cave, artista americano, di cui abbiamo già parlato. Nick nella sua multiforme attività si esibisce in gallerie d’arte, ma anche all’aperto, in piazze e parchi, come performer, in danze tribali, abbigliato con costumi che sono, al pari dei suoi manufatti, assemblaggi di oggetti quotidiani più disparati, come trottole, brandelli di pellicce colorate, cappelli di paglia, patchwork di maglia e crochet… Nick, grazie alla sua pirotecnica fantasia e alla sua abilità esecutiva, si trasforma per diventare, ogni volta, un nuovo incredibile personaggio, o meglio un’opera d’arte vivente, regalando ai suoi assemblaggi un afflato vitale. Si coglie nel suo lavoro esuberante un insistente rimando, sia alle danze tribali, sia a certe forme d’arte basate sull’accumulo di oggetti trovati, che ne fanno un interprete contemporaneo, per dirla con il sociologo francese Michel Maffesoli, degli antichi riti dionisiaci.
DOVE: 87 Marshall St, North Adams, MA 01247, USA
Non poteva mancare in questa rassegna di figurine e figure un accenno alle danze di sculture tessili di Nick Cave, artista americano, di cui abbiamo già parlato. Nick nella sua multiforme attività si esibisce in gallerie d’arte, ma anche all’aperto, in piazze e parchi, come performer, in danze tribali, abbigliato con costumi che sono, al pari dei suoi manufatti, assemblaggi di oggetti quotidiani più disparati, come trottole, brandelli di pellicce colorate, cappelli di paglia, patchwork di maglia e crochet… Nick, grazie alla sua pirotecnica fantasia e alla sua abilità esecutiva, si trasforma per diventare, ogni volta, un nuovo incredibile personaggio, o meglio un’opera d’arte vivente, regalando ai suoi assemblaggi un afflato vitale. Si coglie nel suo lavoro esuberante un insistente rimando, sia alle danze tribali, sia a certe forme d’arte basate sull’accumulo di oggetti trovati, che ne fanno un interprete contemporaneo, per dirla con il sociologo francese Michel Maffesoli, degli antichi riti dionisiaci.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.