Curiosity Cloud
28 gennaio 2016
29 settembre 2016
Dash Kitchen restaurant e lounge bar ha tutte le carte in regola per arrivare al successo: un aspetto ruvido quanto basta, una storia interessante, una location cool e un’ampia selezione di birre artigianali per accompagnare piatti sfiziosi. Il locale ha recentemente aperto i battenti a Torino, nel quartiere San Salvario, all’interno di un’ex tipografia. Gli interni, lasciati volutamente grezzi in molte parti, raccontano del passato produttivo dello stabile e non è affatto difficile immaginare i rumorosi macchinari al lavoro negli stessi spazi in cui oggi ci si può accomodare per uno spuntino o un bicchiere in compagnia. L’architetto Fabio Fantolino, responsabile del progetto, ha saputo coniugare l’anima industriale con particolari presi in prestito dagli Anni Settanta.
Così i pavimenti e i muri di cemento grezzo sono il fondale ideale per il bancone metallico e alcuni imbottiti in pelle, velluto o tessuto colorato. I vari ambienti sono divisi ma senza separazioni nette: un’area conversazione con poltrone e tavolini bassi è stata delimitata da pali d’acciaio cromato che creano un effetto vedo-non-vedo, mentre la zona lounge più interna e riservata è segnata a pavimento da grandi lastre di marmo rosso. Dash Kitchen è la dimostrazione che un luogo dalla spiccata personalità non ha bisogno di effetti speciali per farsi notare. Raw is better!
DOVE Largo Saluzzo, 34c, 10125 Torino
Dash Kitchen restaurant e lounge bar ha tutte le carte in regola per arrivare al successo: un aspetto ruvido quanto basta, una storia interessante, una location cool e un’ampia selezione di birre artigianali per accompagnare piatti sfiziosi. Il locale ha recentemente aperto i battenti a Torino, nel quartiere San Salvario, all’interno di un’ex tipografia. Gli interni, lasciati volutamente grezzi in molte parti, raccontano del passato produttivo dello stabile e non è affatto difficile immaginare i rumorosi macchinari al lavoro negli stessi spazi in cui oggi ci si può accomodare per uno spuntino o un bicchiere in compagnia. L’architetto Fabio Fantolino, responsabile del progetto, ha saputo coniugare l’anima industriale con particolari presi in prestito dagli Anni Settanta. Così i pavimenti e i muri di cemento grezzo sono il fondale ideale per il bancone metallico e alcuni imbottiti in pelle, velluto o tessuto colorato. I vari ambienti sono divisi ma senza separazioni nette: un’area conversazione con poltrone e tavolini bassi è stata delimitata da pali d’acciaio cromato che creano un effetto vedo-non-vedo, mentre la zona lounge più interna e riservata è segnata a pavimento da grandi lastre di marmo rosso. Dash Kitchen è la dimostrazione che un luogo dalla spiccata personalità non ha bisogno di effetti speciali per farsi notare. Raw is better!
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.