Jam Hotel, tutto il fascino del cemento
29 settembre 2016
5 marzo 2015
Di buoni motivi per andare a Djerba ce ne sono molti. Ma, oltre ai ben noti litorali e al clima mite che invoglia alla vacanza tutto l’anno, l’isola tunisina è recentemente diventata una mecca per gli appassionati di street art. Il piccolo villaggio di Erriadh, un antico paese con stradine strette e tradizionali abitazioni menzel, è infatti il cuore pulsante dell’interessantissimo progetto Djerbahood. Promotrice e anima del progetto è la parigina Galerie Itinerrance, che da anni rappresenta importanti street artist. L’idea del suo direttore è stata quella di trovare uno spazio che potesse essere messo completamente a disposizione degli artisti, come una tela tridimensionale.
Il villaggio di Erriadh si è dimostrato il luogo ideale: muri bianchi, ampi spazi liberi e una popolazione – per metà mussulmana, per metà di religione ebraica – aperta alla sperimentazione e al confronto con culture differenti. Così, a partire dallo scorso mese di giugno, la Galerie ha organizzato delle residenze di una settimana per gli street artist selezionati, provenienti da 30 nazioni diverse. I creativi hanno avuto ciascuno sette giorni a disposizione per lavorare e lasciare il loro segno nella cittadina, ma sempre rispettando l’ambiente e gli edifici. I primi interventi sono stati presentati al pubblico qualche mese fa, ma gli artisti si avvicenderanno fino alla prossima estate. Alla fine saranno ben 150 gli autori che passeranno da Djerbahood e non è dato sapere quale forma prenderà il progetto e quali collaborazioni inedite potrebbero nascere. Piccola nota campanilistica, per l’Italia ha già lasciato la sua firma il milanese Orticanoodles.
DOVE: Erriadh, Djerba, Tunisia
Di buoni motivi per andare a Djerba ce ne sono molti. Ma, oltre ai ben noti litorali e al clima mite che invoglia alla vacanza tutto l’anno, l’isola tunisina è recentemente diventata una mecca per gli appassionati di street art. Il piccolo villaggio di Erriadh, un antico paese con stradine strette e tradizionali abitazioni menzel, è infatti il cuore pulsante dell’interessantissimo progetto Djerbahood. Promotrice e anima del progetto è la parigina Galerie Itinerrance, che da anni rappresenta importanti street artist. L’idea del suo direttore è stata quella di trovare uno spazio che potesse essere messo completamente a disposizione degli artisti, come una tela tridimensionale.
Il villaggio di Erriadh si è dimostrato il luogo ideale: muri bianchi, ampi spazi liberi e una popolazione – per metà mussulmana, per metà di religione ebraica – aperta alla sperimentazione e al confronto con culture differenti. Così, a partire dallo scorso mese di giugno, la Galerie ha organizzato delle residenze di una settimana per gli street artist selezionati, provenienti da 30 nazioni diverse. I creativi hanno avuto ciascuno sette giorni a disposizione per lavorare e lasciare il loro segno nella cittadina, ma sempre rispettando l’ambiente e gli edifici. I primi interventi sono stati presentati al pubblico qualche mese fa, ma gli artisti si avvicenderanno fino alla prossima estate. Alla fine saranno ben 150 gli autori che passeranno da Djerbahood e non è dato sapere quale forma prenderà il progetto e quali collaborazioni inedite potrebbero nascere. Piccola nota campanilistica, per l’Italia ha già lasciato la sua firma il milanese Orticanoodles.
DOVE: Erriadh, Djerba, Tunisia
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.