G-Rough: il lusso di abitare a Roma per qualche giorno
11 giugno 2015
4 dicembre 2014
Generazioni cresciute all’ombra dei vulcani, nel tripudio del sole equatoriale e sotto gli alti e bassi delle nuvole. Questo è l’Ecuador, una nazione moderna e in crescita che affonda le sue radici in elementi naturali che si intrecciano armonicamente e si ritrovano, man mano che si viaggia all’interno del paese, negli usi e costumi del popolo. È affascinante vedere come, nella foresta pluviale di Mindo appena a nord di Quito, dei batuffoli bianchi aleggino nell’aria e si depositino sulle fronde degli alberi fino a che, diventati troppo grandi, precipitano alimentando la flora e la fauna sottostante. Il paesaggio che si ammira più a sud è quello dei crateri vulcanici circondati da ghirlande di nuvole, alimentate dai grandi laghi di origine vulcanica e dal vapore dei camini ancora attivi. Tra questi, lungo la catena delle Ande, cattura il nostro sguardo Cotopaxi – nella lingua nativa vuol dire “collo della luna” – che, sebbene non erutti dal 1904, è uno dei vulcani attivi più alti al mondo. La lava che scorre sotto la sua superficie e il contrasto con l’ambiente circostante, sono probabilmente l’ispirazione degli abiti tipici ecuadoregni: un’esplosione di colori vibranti tra il verde della terra, il marrone e il grigio.
A dimostrare la tipicità dei colori contrastanti sono anche le bancarelle del mercato di Otavalo e, mentre questo stile tradizionale in parte ancora sopravvive nelle grandi città “all’americana”, è soprattutto nelle campagne che il look predomina. Maria, per esempio, vive ai piedi di una montagna vicino a Cotopaxi. Circondata dalla funzionalità della sua casa – un’abitazione tradizionale Quechua scavata nella collina –appare radiosa con un vivace scialle e la tradizionale collana probabilmente ereditata dai suoi avi. Gli stessi colori echeggiano nell’arte della vicina Tigua: pitture brillanti di scene rurali o ciotole e piatti marcatamente decorati ormai famosi in tutto il mondo.
Generazioni cresciute all’ombra dei vulcani, nel tripudio del sole equatoriale e sotto gli alti e bassi delle nuvole. Questo è l’Ecuador, una nazione moderna e in crescita che affonda le sue radici in elementi naturali che si intrecciano armonicamente e si ritrovano, man mano che si viaggia all’interno del paese, negli usi e costumi del popolo. È affascinante vedere come, nella foresta pluviale di Mindo appena a nord di Quito, dei batuffoli bianchi aleggino nell’aria e si depositino sulle fronde degli alberi fino a che, diventati troppo grandi, precipitano alimentando la flora e la fauna sottostante. Il paesaggio che si ammira più a sud è quello dei crateri vulcanici circondati da ghirlande di nuvole, alimentate dai grandi laghi di origine vulcanica e dal vapore dei camini ancora attivi. Tra questi, lungo la catena delle Ande, cattura il nostro sguardo Cotopaxi – nella lingua nativa vuol dire “collo della luna” – che, sebbene non erutti dal 1904, è uno dei vulcani attivi più alti al mondo. La lava che scorre sotto la sua superficie e il contrasto con l’ambiente circostante, sono probabilmente l’ispirazione degli abiti tipici ecuadoregni: un’esplosione di colori vibranti tra il verde della terra, il marrone e il grigio.
A dimostrare la tipicità dei colori contrastanti sono anche le bancarelle del mercato di Otavalo e, mentre questo stile tradizionale in parte ancora sopravvive nelle grandi città “all’americana”, è soprattutto nelle campagne che il look predomina. Maria, per esempio, vive ai piedi di una montagna vicino a Cotopaxi. Circondata dalla funzionalità della sua casa – un’abitazione tradizionale Quechua scavata nella collina –appare radiosa con un vivace scialle e la tradizionale collana probabilmente ereditata dai suoi avi. Gli stessi colori echeggiano nell’arte della vicina Tigua: pitture brillanti di scene rurali o ciotole e piatti marcatamente decorati ormai famosi in tutto il mondo.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.