Il design è uno stato mentale
4 dicembre 2014
10 marzo 2016
Borek Sipek, noto designer ceco di recente scomparso, ha marcato la storia del design contemporaneo con la sua esuberanza formale. Per Driade, che ha prodotto i primi suoi pezzi, ha disegnato un ampio e variegato repertorio di arredi e di vetri ineguagliabili, soffiati in Boemia, caratterizzati da un rigoglioso naturalismo. Le sue creazioni sono state il suo modo di esprimersi, di essere sentimentale, aggressivo e innamorato della vita, che ha bruciato troppo in fretta. Tutti i suoi progetti rivelano forti legami con le forme naturali e sono dotati di una intima vitalità che li rende fluidi e dinamici.
Affermava di voler creare degli oggetti recitanti, in grado di correre, saltare e ballare… Tra il suo essere designer, architetto e performer (accompagnava, sovente, le sue presentazioni con performance drammatiche e barocche) non esisteva frattura: i progetti erano il linguaggio dei gesti, cristallizzato in forme di intensa espressività. Talvolta era ridondante, ma i suoi eccessi formali erano sentimentali e non meramente stilistici. Ha lasciato un nutrito e originale corpus di progetti, tra questi i tanti suoi vetri decorativi, realizzati in Boemia, espressione compiuta della sua creatività romantica.
DOVE: VIA PADANA INFERIORE 12, 29012 FOSSADELLO DI CAORSO (PC) ITALIA
Borek Sipek, noto designer ceco di recente scomparso, ha marcato la storia del design contemporaneo con la sua esuberanza formale. Per Driade, che ha prodotto i primi suoi pezzi, ha disegnato un ampio e variegato repertorio di arredi e di vetri ineguagliabili, soffiati in Boemia, caratterizzati da un rigoglioso naturalismo. Le sue creazioni sono state il suo modo di esprimersi, di essere sentimentale, aggressivo e innamorato della vita, che ha bruciato troppo in fretta. Tutti i suoi progetti rivelano forti legami con le forme naturali e sono dotati di una intima vitalità che li rende fluidi e dinamici. Affermava di voler creare degli oggetti recitanti, in grado di correre, saltare e ballare… Tra il suo essere designer, architetto e performer (accompagnava, sovente, le sue presentazioni con performance drammatiche e barocche) non esisteva frattura: i progetti erano il linguaggio dei gesti, cristallizzato in forme di intensa espressività. Talvolta era ridondante, ma i suoi eccessi formali erano sentimentali e non meramente stilistici. Ha lasciato un nutrito e originale corpus di progetti, tra questi i tanti suoi vetri decorativi, realizzati in Boemia, espressione compiuta della sua creatività romantica.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.