Shoes: Pleasure and Pain, la mostra in corso al Victoria and Albert Museum di Londra si presta a introdurre la puntata sul Feticismo. Le scarpe sono un feticcio per eccellenza, forse per l’allusione alla penetrazione e soprattutto per il loro valore oggettuale: non hanno bisogno di essere calzate per esibire il loro fascino, a differenza dell’abito che abbandonato su una sedia perde la sua consistenza, rivelandosi straccio. Il feticcio ha origini antropologiche remote, sul suo valore e sulle sue simbologie si sono sprecati fiumi di inchiostro, a cominciare dal francese Marcel Mauss (10 maggio 1872- 10 febbraio 1950), antropologo, sociologo, etnologo e storico delle religioni, noto per il suo Saggio sul dono (1923). Il feticcio è un oggetto che viene investito di poteri divini e magici, cui ci si affida per esorcizzare il malocchio, verso cui si nutre un’affezione che rasenta la venerazione. A cominciare dalle scarpe, feticcio per eccellenza, delle quali forniamo una variegata rassegna, presentiamo altri oggetti feticcio, come il rossetto, dotato di un alto valore compensatorio, per finire con i gioielli. Non è un caso che il volume “Scarperentola” del 1993, da me curato per Idea book, che presentava modelli di scarpe create da artisti e designer, sia stato stampato in varie lingue e venduto in tutto il mondo.