Baccarat, collezione Luxor, creata da Elie Top nel 2014
5 gennaio 2015
30 gennaio 2015
All’ampia offerta culturale parigina si aggiunge un nuovo indirizzo. Parliamo della Fondation Louis Vuitton e della sua sede “griffata” all’interno dell’ottocentesco Jardin d’Acclimatation. Fortemente voluta dal CEO di LVMH Bernard Arnault, la Fondation è la casa per la collezione di opere d’arte contemporanea del Gruppo, uno spazio per esposizioni temporanee e una meta chic per trascorrere un pomeriggio nella capitale francese. Se la Maison di moda non è nuova alle collaborazioni con artisti – celeberrimi gli interventi di Takashi Murakami e Yayoi Kusama sulle borse Monogram – l’apertura della Fondation alza decisamente il livello del coinvolgimento.
Di enorme interesse l’architettura costruita all’interno del parco su progetto di Frank O. Gehry. Ispirato alla leggerezza delle strutture in ferro e vetro del XIX secolo, l’edificio è composto da un corpo centrale di cemento coperto con dodici vele trasparenti di differenti forme e dimensioni. Si tratta di un volume plastico e permeabile, certamente riconducibile all’estetica decostruttivista, che emerge dal terreno come un irregolare iceberg e vive di riflessi diversi a ogni ora del giorno.
Dove: 8, avenue du mahatma gandhi, bois de boulogne, 75116, Paris
All’ampia offerta culturale parigina si aggiunge un nuovo indirizzo. Parliamo della Fondation Louis Vuitton e della sua sede “griffata” all’interno dell’ottocentesco Jardin d’Acclimatation. Fortemente voluta dal CEO di LVMH Bernard Arnault, la Fondation è la casa per la collezione di opere d’arte contemporanea del Gruppo, uno spazio per esposizioni temporanee e una meta chic per trascorrere un pomeriggio nella capitale francese. Se la Maison di moda non è nuova alle collaborazioni con artisti – celeberrimi gli interventi di Takashi Murakami e Yayoi Kusama sulle borse Monogram – l’apertura della Fondation alza decisamente il livello del coinvolgimento.
Di enorme interesse l’architettura costruita all’interno del parco su progetto di Frank O. Gehry. Ispirato alla leggerezza delle strutture in ferro e vetro del XIX secolo, l’edificio è composto da un corpo centrale di cemento coperto con dodici vele trasparenti di differenti forme e dimensioni. Si tratta di un volume plastico e permeabile, certamente riconducibile all’estetica decostruttivista, che emerge dal terreno come un irregolare iceberg e vive di riflessi diversi a ogni ora del giorno.
Dove: 8, avenue du mahatma gandhi, bois de boulogne, 75116, Paris
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.