Daniela Forti
7 luglio 2015
11 giugno 2015
Soggiornare in un palazzo del 1600 a pochi passi da piazza Navona e sentirsi come a casa è oggi possibile. Recentemente inaugurato, il G-Rough di Roma apre la strada a un nuovo concetto di ospitalità. Non ci sono insegne, non ci sono lobby e aree comuni come in un hotel “classico”. L’idea di Emanuele Garosci e Gabriele Salini (che in questo palazzo ha vissuto fino allo scorso anno) è quella di offrire un servizio di estremo lusso, ma allo stesso tempo intimo e rarefatto.
Gli ospiti vengono accolti al bar del piano terra, un locale specializzato in mescita di vini particolari e arredato con sedute e tavolini degli anni ’50, e da qui accedono agli alloggi privati. Le suite di differenti metrature si dispongono nei 5 piani dell’edificio e, sebbene siano accomunate da un’atmosfera ruvida con pavimenti di cementine magnificamente recuperate e pareti scialbate dall’effetto vissuto, hanno un animo differente
Le sfumature di colore cambiano di volta in volta, ma soprattutto i mobili e i complementi sono sempre ispirati a differenti designer e architetti che hanno fatto la storia, come Gio Ponti, Afra Scarpa, Guglielmo Ulrich. Non solo “unconventional luxury suites”, lo staff del G-Rough offre ai suoi ospiti perfino la possibilità di approfittare di servizi particolari che permettono di scoprire angoli nascosti (o troppo spesso dimenticati) della Città Eterna.
Accompagnati da una guida professionista esperta in storia dell’arte, i clienti possono ad esempio visitare un palazzo rinascimentale del centro, generalmente chiuso al pubblico, oppure seguire un percorso sulle orme di Caravaggio, divertirsi con i più piccoli alla ricerca dello “zoo di pietra” scolpito tra le vie e le piazze del centro storico oppure godersi una cena gourmet su una terrazza con panorama mozzafiato.
DOVE: Piazza di Pasquino 69, 00186 Roma
Soggiornare in un palazzo del 1600 a pochi passi da piazza Navona e sentirsi come a casa è oggi possibile. Recentemente inaugurato, il G-Rough di Roma apre la strada a un nuovo concetto di ospitalità. Non ci sono insegne, non ci sono lobby e aree comuni come in un hotel “classico”. L’idea di Emanuele Garosci e Gabriele Salini (che in questo palazzo ha vissuto fino allo scorso anno) è quella di offrire un servizio di estremo lusso, ma allo stesso tempo intimo e rarefatto.
Gli ospiti vengono accolti al bar del piano terra, un locale specializzato in mescita di vini particolari e arredato con sedute e tavolini degli anni ’50, e da qui accedono agli alloggi privati. Le suite di differenti metrature si dispongono nei 5 piani dell’edificio e, sebbene siano accomunate da un’atmosfera ruvida con pavimenti di cementine magnificamente recuperate e pareti scialbate dall’effetto vissuto, hanno un animo differente
Le sfumature di colore cambiano di volta in volta, ma soprattutto i mobili e i complementi sono sempre ispirati a differenti designer e architetti che hanno fatto la storia, come Gio Ponti, Afra Scarpa, Guglielmo Ulrich. Non solo “unconventional luxury suites”, lo staff del G-Rough offre ai suoi ospiti perfino la possibilità di approfittare di servizi particolari che permettono di scoprire angoli nascosti (o troppo spesso dimenticati) della Città Eterna.
Accompagnati da una guida professionista esperta in storia dell’arte, i clienti possono ad esempio visitare un palazzo rinascimentale del centro, generalmente chiuso al pubblico, oppure seguire un percorso sulle orme di Caravaggio, divertirsi con i più piccoli alla ricerca dello “zoo di pietra” scolpito tra le vie e le piazze del centro storico oppure godersi una cena gourmet su una terrazza con panorama mozzafiato.
DOVE: Piazza di Pasquino 69, 00186 Roma
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.