Gentucca Bini, stilista – designer
22 gennaio 2015
10 febbraio 2016
La sfilata uomo di Prada ha portato in passerella una moda “tragica”, imperfetta. Non dandy, ma reduci, spiaggiati, con le toppe ai gomiti e con il cappellino da marinaio in testa. Il teatro di questa sfilata “scomoda”, ideato, come d’abitudine, dall’architetto Rem Koolhaas e realizzato in osb, un compensato che evidenzia la mescola disomogenea dei trucioli, un materiale povero, in genere nascosto tra due strati di impiallacciatura, ricordava, nell’ordine dei colonnati, l’architettura futurista del romano Colosseo Quadrato di Adalberto Libera, disegnando una cornice che rendeva ancora più inquietante la proposta stilistica. Ancora una volta, Miuccia fuori dal coro, lancia un messaggio provocatorio, suggerendo come la moda non debba essere consolatoria o nostalgica, ma piuttosto sia destinata a denunciare inquietudini e contraddizioni epocali. Grazie alla sinergia tra architettura dello spazio e proposta stilistica la sfilata si è trasformata in una rappresentazione teatrale, in questa occasione. Più tragedia che commedia.
DOVE: Fondazione Prada, Largo Isarco 2, 20139 Milano
La sfilata uomo di Prada ha portato in passerella una moda “tragica”, imperfetta. Non dandy, ma reduci, spiaggiati, con le toppe ai gomiti e con il cappellino da marinaio in testa. Il teatro di questa sfilata “scomoda”, ideato, come d’abitudine, dall’architetto Rem Koolhaas e realizzato in osb, un compensato che evidenzia la mescola disomogenea dei trucioli, un materiale povero, in genere nascosto tra due strati di impiallacciatura, ricordava, nell’ordine dei colonnati, l’architettura futurista del romano Colosseo Quadrato di Adalberto Libera, disegnando una cornice che rendeva ancora più inquietante la proposta stilistica. Ancora una volta, Miuccia fuori dal coro, lancia un messaggio provocatorio, suggerendo come la moda non debba essere consolatoria o nostalgica, ma piuttosto sia destinata a denunciare inquietudini e contraddizioni epocali. Grazie alla sinergia tra architettura dello spazio e proposta stilistica la sfilata si è trasformata in una rappresentazione teatrale, in questa occasione. Più tragedia che commedia.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.