Curiosity Cloud
28 gennaio 2016
4 dicembre 2014
Non c’è un design perfetto e non c’è un uber design” dichiara Martino Gamper, designer altoatesino, a proposito dalla mostra da lui curata per Fondazione Agnelli a Torino. Gli oggetti ci parlano. Alcuni possono essere più funzionali di altri, ma l’attaccamento emotivo è soggettivo. La mostra svela un mono intimo di collezionare e mettere assieme oggetti-sono pezzi che raccontano una favola. La mostra (22 ottobre/22 febbraio), organizzata in collaborazione con la Serpentine Gallerie
di Londra e il Muesion di Bolzano presenta librerie e mobili che raccontano la storia del design e la loro relazione con le persone dagli anni 30 ad oggi e annovera pezzi di noti designer, quali Franco Albini, Charlotte Perriand, Gaetano Pesce, Andrea Branzi, Ettore Sottsass…Per sottolinearne il valore funzionale, Martino ha esposto anche una selezione delle collezioni private dei suoi amici designer, facendoci scoprire come i maestri del design nutrano la propria fantasia, collezionando cose, strane e consuete, anche piccole e senza importanza.
Non c’è un design perfetto e non c’è un uber design” dichiara Martino Gamper, designer altoatesino, a proposito dalla mostra da lui curata per Fondazione Agnelli a Torino. Gli oggetti ci parlano. Alcuni possono essere più funzionali di altri, ma l’attaccamento emotivo è soggettivo. La mostra svela un mono intimo di collezionare e mettere assieme oggetti-sono pezzi che raccontano una favola. La mostra (22 ottobre/22 febbraio), organizzata in collaborazione con la Serpentine Gallerie
di Londra e il Muesion di Bolzano presenta librerie e mobili che raccontano la storia del design e la loro relazione con le persone dagli anni 30 ad oggi e annovera pezzi di noti designer, quali Franco Albini, Charlotte Perriand, Gaetano Pesce, Andrea Branzi, Ettore Sottsass…Per sottolinearne il valore funzionale, Martino ha esposto anche una selezione delle collezioni private dei suoi amici designer, facendoci scoprire come i maestri del design nutrano la propria fantasia, collezionando cose, strane e consuete, anche piccole e senza importanza.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.