Untitled Homeware
26 novembre 2015
1 giugno 2016
Il 2016 passerà alla storia (del design), come l’anno della rinascita del mobile in stile, florido comparto industriale italiano che annovera aziende di eccellente artigianato, abili in realizzazioni di alta ebanisteria. Tra queste Colombostile, che ha chiamato a disegnare la nuova collezione Studio Job, il noto duo di designer-artisti di Anversa, noti per le loro virtuose e surrealiste creazioni eseguite con perizia maniacale. Per meglio dar conto di questo vento di revival che ha investito il design contemporaneo, conviene raccontare qualche segreto, confidatomi in amicizia da Job Smeets: dall’iniziale perplessità nell’accettare l’incarico di un’azienda specializzata in arredi classici da parte di Studio Job, avvezzo a realizzazioni artistiche ospitate nei più importanti musei internazionali (è in corso a New York al Mad una loro personale), allo stupore per la quantità e qualità di scocche in legno trovate nella fabbrica in Brianza di Colombostile, come testimonia la foto che ho ricevuto sul cellulare da parte di Job. Quindi alla decisione di non disegnare nuove sagome di sedute, ma solo imprevedibili fantasie tessili, capaci di reinventare la percezione del classico.
DOVE: Via Durini, 23 20122 Milano
Il 2016 passerà alla storia (del design), come l’anno della rinascita del mobile in stile, florido comparto industriale italiano che annovera aziende di eccellente artigianato, abili in realizzazioni di alta ebanisteria. Tra queste Colombostile, che ha chiamato a disegnare la nuova collezione Studio Job, il noto duo di designer-artisti di Anversa, noti per le loro virtuose e surrealiste creazioni eseguite con perizia maniacale. Per meglio dar conto di questo vento di revival che ha investito il design contemporaneo, conviene raccontare qualche segreto, confidatomi in amicizia da Job Smeets: dall’iniziale perplessità nell’accettare l’incarico di un’azienda specializzata in arredi classici da parte di Studio Job, avvezzo a realizzazioni artistiche ospitate nei più importanti musei internazionali (è in corso a New York al Mad una loro personale), allo stupore per la quantità e qualità di scocche in legno trovate nella fabbrica in Brianza di Colombostile, come testimonia la foto che ho ricevuto sul cellulare da parte di Job. Quindi alla decisione di non disegnare nuove sagome di sedute, ma solo imprevedibili fantasie tessili, capaci di reinventare la percezione del classico.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.