Il design è uno stato mentale
4 dicembre 2014
16 giugno 2016
La collaborazione di Zaha Hadid con Slamp ha prodotto esemplari iconici, molto scenografici, quali Avia e Aria, nelle diverse versioni. Nei materiali utilizzati dall’azienda, quali il policarbonato, il Lentiflex® e il Cristalflex®, Zaha ha trovato quell’alchimia che le ha consentito di disegnare degli apparecchi di illuminazione che hanno la fluidità, l’impalpabile leggerezza, la dinamicità e l’eleganza di un plissé. Ispirandosi alle sue architetture, senza replicarle, Zaha è riuscita a creare delle sospensioni decorative, senza ricorrere ai tradizionali artifici della decorazione, utilizzando nella moltiplicazione degli strati lamellari un rigore di tipo matematico.
L’effetto, quasi psichedelico, per via del moltiplicarsi delle riflessioni, rimanda a certe manifestazioni naturali, come le stallatiti. Ancora una volta Zaha riesce, utilizzando la tecnologia, a produrre un effetto prodigioso, regalando alle sue lampade lo stupore prodotto dalle meraviglie della natura. Luca Mazza, direttore del Team Creativo di Slamp, che ha seguito il progetto di Zaha Hadid, ricorda il primo incontro a Londra al 10 di Bowling Green Lane, nella sala prototipi, dove ci sono le maquette delle costruzioni in fase di studio: “l’ho vista entrare a luci spente, si è seduta accanto a me e ha iniziato a disegnare la forma della lampada Aria. Quattro colpi da maestro, sicuri e immediati sul foglio.
A un certo punto mi guarda e dice, “ecco l’apparecchio, qui però entrate in scena voi, perché nessuno meglio di un’azienda di lighting design sa come illuminare un oggetto”, e conclude, “dammi un consiglio! “Non mi aspettavo un rapporto cosi immediato” prosegue Luca, “poiché mi era stata descritta come una persona dura. Mi hanno colpito la sua generosità, la sua fiducia in un gruppo giovane come il nostro e la carica che mi ha trasferito in soli 20 minuti concentratissimi su un prototipo. E il suo sguardo, che non dimenticherò, che mi diceva: “presentami qualcosa, sii orgoglioso di quello che fai, io mi fido di te!”
La collaborazione di Zaha Hadid con Slamp ha prodotto esemplari iconici, molto scenografici, quali Avia e Aria, nelle diverse versioni. Nei materiali utilizzati dall’azienda, quali il policarbonato, il Lentiflex® e il Cristalflex®, Zaha ha trovato quell’alchimia che le ha consentito di disegnare degli apparecchi di illuminazione che hanno la fluidità, l’impalpabile leggerezza, la dinamicità e l’eleganza di un plissé. Ispirandosi alle sue architetture, senza replicarle, Zaha è riuscita a creare delle sospensioni decorative, senza ricorrere ai tradizionali artifici della decorazione, utilizzando nella moltiplicazione degli strati lamellari un rigore di tipo matematico. L’effetto, quasi psichedelico, per via del moltiplicarsi delle riflessioni, rimanda a certe manifestazioni naturali, come le stallatiti. Ancora una volta Zaha riesce, utilizzando la tecnologia, a produrre un effetto prodigioso, regalando alle sue lampade lo stupore prodotto dalle meraviglie della natura. Luca Mazza, direttore del Team Creativo di Slamp, che ha seguito il progetto di Zaha Hadid, ricorda il primo incontro a Londra al 10 di Bowling Green Lane, nella sala prototipi, dove ci sono le maquette delle costruzioni in fase di studio: “l’ho vista entrare a luci spente, si è seduta accanto a me e ha iniziato a disegnare la forma della lampada Aria. Quattro colpi da maestro, sicuri e immediati sul foglio. A un certo punto mi guarda e dice, “ecco l’apparecchio, qui però entrate in scena voi, perché nessuno meglio di un’azienda di lighting design sa come illuminare un oggetto”, e conclude, “dammi un consiglio! “Non mi aspettavo un rapporto cosi immediato” prosegue Luca, “poiché mi era stata descritta come una persona dura. Mi hanno colpito la sua generosità, la sua fiducia in un gruppo giovane come il nostro e la carica che mi ha trasferito in soli 20 minuti concentratissimi su un prototipo. E il suo sguardo, che non dimenticherò, che mi diceva: “presentami qualcosa, sii orgoglioso di quello che fai, io mi fido di te!”
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.