Luke Jerram
7 luglio 2015
4 dicembre 2014
La mostra in corso al MAD di New York (4 Novembre 2014/6 Aprile 2015) “New Territories, Laboratories for design, Craft and Art in America Latina”, partendo dal titolo originato da una riflessione di Gaetano Pesce, da sempre vocato a esplorare nuovi territori della creatività, volge lo sguardo sullo stato dell’arte nell’America latina, esplorando la collaborazione tra piccole manifatture e creativi, il lavoro degli artigiani e dei designer autoproduttori. Organizzata dal curatore del Mad Lowery Stokes Sims in collaborazione con Adriana Kertzer, l’esposizione pone l’accento sulla pratica, diffusa in America Latina, del riciclo e del recupero, rivelando come uno sguardo altro sulle cose quotidiane, abbandonate e scartate, possa produrre opere artistiche. Le opere selezionate raccontano molto della cultura locale e di una disposizione creativa latino americana, rivelando, come anche in epoca globale, il locale abbia propri marcati caratteri. Il glocale, virtuosa contaminazione tra locale e globale, teorizzato dai sociologi giramondo, è ancora da venire. I creativi del sud del mondo conservano ancora lo stupore di un mondo più giovane della vecchia Europa e realizzano manufatti imprevedibili, molto locali.
La mostra in corso al MAD di New York (4 Novembre 2014/6 Aprile 2015) “New Territories, Laboratories for design, Craft and Art in America Latina”, partendo dal titolo originato da una riflessione di Gaetano Pesce, da sempre vocato a esplorare nuovi territori della creatività, volge lo sguardo sullo stato dell’arte nell’America latina, esplorando la collaborazione tra piccole manifatture e creativi, il lavoro degli artigiani e dei designer autoproduttori. Organizzata dal curatore del Mad Lowery Stokes Sims in collaborazione con Adriana Kertzer, l’esposizione pone l’accento sulla pratica, diffusa in America Latina, del riciclo e del recupero, rivelando come uno sguardo altro sulle cose quotidiane, abbandonate e scartate, possa produrre opere artistiche. Le opere selezionate raccontano molto della cultura locale e di una disposizione creativa latino americana, rivelando, come anche in epoca globale, il locale abbia propri marcati caratteri. Il glocale, virtuosa contaminazione tra locale e globale, teorizzato dai sociologi giramondo, è ancora da venire. I creativi del sud del mondo conservano ancora lo stupore di un mondo più giovane della vecchia Europa e realizzano manufatti imprevedibili, molto locali.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.