Khalid Shafar
14 gennaio 2016
18 febbraio 2015
Racconta Frodo: “Ho iniziato a realizzare queste opere nel 2006, dopo aver visto una buca scavata nel centro storico di Copenhagen piena di ossa e teschi di persone morte ai tempi della peste nera, intorno al 1350. In seguito ho spostato lo sguardo sulle case che erano state costruite sopra quei resti e così ho pensato: la vita è davvero una ruota che gira senza sosta, e noi ne siamo in balia. Un giorno moriremo, ma ci sarà un nuovo inizio per i nostri teschi…”.
Che Frodo Mikkelsen sia un artista fuori dagli schemi lo si capisce a prima vista. Tatuatissimo e fiero di esserlo, Mikkelsen è nato a Copenhagen nel 1974 e in questa città continua a vivere e lavorare. Poliedrico e dotato di innumerevoli talenti, si occupa di pittura, scultura e grafica, con sconfinamenti nella land art e nella mail art. Tra tutte le sue opere, sono però i teschi metallici a imprimersi maggiormente negli occhi e nella mente. Si tratta di piccoli oggetti tridimensionali curati in ogni minimo dettaglio, perché ciascuno di essi è un pezzo unico e irripetibile. Mikkelsen sfrutta teschi umani o animali come base per piccoli panorami che, in contrasto con l’anatomia nuda e cruda del loro sostegno, trasmettono emozioni differenti che vanno dalla pace, al senso di tranquilla quotidianità e – in alcuni casi – fanno addirittura sorridere. Le miniature sono realizzate con piccoli giocattoli e soprammobili trovati nei mercatini delle pulci. Una volta assemblate, le sculture vengono placcate in argento per assumere il loro lucente aspetto finale.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.