Nel corso di una tavola rotonda in ambito Expo si è lamentata la decadenza della creatività. L’epoca dei maestri, del Vico (Magistretti) dell’Ettore (Sottsass), dell’Achille (Castiglioni) produceva grandi progetti. Ma, ahimé, il design con D maiuscola è finito. Credo, al contrario, e l’ho sostenuto nel corso del dibattito, che il presente sia una stagione di fervida creatività, che si manifesta in forme diverse, ma tutte propositive. Esistono molti nuovi talenti che indagano su nuove modalità di fare progetto, occupandosi non solo delle tipologie e delle forme, ma dei processi produttivi e distributivi, che lavorano per aziende lontane, geograficamente e culturalmente, creando dei nuovi ibridi. Che fanno da soli (makers), sia artigianalmente sia utilizzando le nuove tecnologie, saltando il classico iter produzione/distribuzione per proporsi direttamente sul mercato con nuove soluzioni di vendita. Che sono progettisti e imprenditori e che, collaborando direttamente con gli artigiani, revitalizzano le competenze distrettuali.
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