Les Bains di Parigi ha attraversato i secoli e le mode cambiando più volte la sua pelle, ma sempre rimanendo un punto di riferimento per la vita pubblica della capitale francese. Nato nel 1885 come prima Spa cittadina, Les Bains Guerbois era luogo del relax prediletto – tra gli altri – da Émile Zola ed Édouard Manet. Una seconda importante stagione prese avvio nel 1978 quando, dopo un lavoro di riconversione ad opera dell’allora giovanissimo Philippe Stark, nell’edificio si insediò Les Baines Douches con la sua sala da concerti e il club frequentato da cantanti, attori e VIP degli anni ’80.

La zona della reception è stata mantenuta così com’era stata concepita nel 1885 quando era l’ingresso per i bagni termali.
La facciata in stile haussmanniano dell’edificio che ospita Les Bains Paris, nel pittoresco quartiere Marais.

Chiuso nel 2010 a causa di alcuni problemi strutturali, Les Bains ha aperto nuovamente i battenti quest’anno trasformandosi nuovamente su progetto di Vincent Bastie, Tristan Auer e Denis Montel – RDAI. Dietro la ricca facciata in stile haussmanniano si trova oggi un boutique hotel con 39 camere, una sala per concerti, un piccolo negozio con originali proposte di design, una ristorante e un cocktail bar. A breve aprirà i battenti anche la wellness area. Quello che stupisce all’interno di Les Bains è come ogni pagina della sua storia sia stata mantenuta. È fantastico passare attraverso la conciergerié originale del XIX secolo oppure prendere un caffè nel coevo salotto cinese, ma è altrettanto emozionante cenare su quel pavimento a scacchi dove hanno ballato personaggi famosi e artisti.

Una suite con angolo conversazione. Il sofà è una copia di quello che Andy Warhol aveva nella sua Factory di NYC.
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Una delle camere con balcone esterno. La struttura dispone in totale di 39 alloggi tra standard e suite. Molti dei mobili e dei complementi sono stati realizzati artigianalmente.
La scala di accesso alla sala da concerti. Negli anni ’80 Les Bains Douches era un club frequentato da artisti, cantanti, attori e personaggi famosi. Oggi, completamente rinnovato, il locale si candida a tornare ad essere un punto fisso per la vita notturna parigina.
Il cocktail bar de Les Bains.
Il ristorante Salle à Manger si trova dove un tempo c’era la pista da ballo. Il pavimento in mosaico a scacchiera, progettato da Philippe Stark nel 1978 e realizzato con oltre 2 milioni di tesserine, è stato restaurato e mantenuto.
Il corridoio di accesso alle camere.
Una delle camere con balcone esterno. La struttura dispone in totale di 39 alloggi tra standard e suite. Molti dei mobili e dei complementi sono stati realizzati artigianalmente.
Les Bains Boutique è un concept store con oggetti artistici e artigianali in limited edition venduti in esclusiva assoluta.
Il bagno privato di una delle suite, con elegantissima vasca free standing.

DOVE: 7 Rue du Bourg l’Abbé, 75003 Paris, Francia

Les Bains di Parigi ha attraversato i secoli e le mode cambiando più volte la sua pelle, ma sempre rimanendo un punto di riferimento per la vita pubblica della capitale francese. Nato nel 1885 come prima Spa cittadina, Les Bains Guerbois era luogo del relax prediletto – tra gli altri – da Émile Zola ed Édouard Manet. Una seconda importante stagione prese avvio nel 1978 quando, dopo un lavoro di riconversione ad opera dell’allora giovanissimo Philippe Stark, nell’edificio si insediò Les Baines Douches con la sua sala da concerti e il club frequentato da cantanti, attori e VIP degli anni ’80. Chiuso nel 2010 a causa di alcuni problemi strutturali, Les Bains ha aperto nuovamente i battenti quest’anno trasformandosi nuovamente su progetto di Vincent Bastie, Tristan Auer e Denis Montel – RDAI. Dietro la ricca facciata in stile haussmanniano si trova oggi un boutique hotel con 39 camere, una sala per concerti, un piccolo negozio con originali proposte di design, una ristorante e n cocktail bar. A breve aprirà i battenti anche la wellness area. Quello che stupisce all’interno di Les Bains è come ogni pagina della sua storia sia stata mantenuta. È fantastico passare attraverso la conciergerié originale del XIX secolo oppure prendere un caffè nel coevo salotto cinese, ma è altrettanto emozionante cenare su quel pavimento a scacchi dove hanno ballato personaggi famosi e artisti.

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The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.