Un cinese a Meissen
10 novembre 2016
22 gennaio 2015
Non c’è spazio per i luoghi comuni quando si parla di arte. In questo campo anche un’attività manuale “old fashioned” può trasformarsi in forma espressiva contemporanea e stimolante. È questo il caso dei lavori all’uncinetto abilmente intessuti da Olek. Dopo aver lasciato la natia Polonia in favore di New York, Agata Oleksiak (questo il suo vero nome) ha mosso i primi passi nel mondo della street art facendosi notare per alcune opere di yarn bombing. Arredi urbani, biciclette e muri ciechi della Grande Mela ricoperti di coloratissime maglie sono stati infatti i primi segni del suo passaggio.
Il più famoso è l’intervento che ha vestito di nuovo il Charging Bull di Wall Street; la scultura simbolo dell’aggressiva economia capitalistica si è trasformata, per qualche ora, in un innocuo pupazzone viola. Olek non si è fermata alla strada, ma da qualche tempo è partita alla conquista di spazi museali e gallerie. Le sue gioiose coperture sono il fulcro di installazioni e performance che, con un linguaggio garbatamente sopra le righe, reinventano la tradizione e riportano in vita antiche leggende.
DOVE: 529 West 20th Street, 9E, New York, NY 10011
Non c’è spazio per i luoghi comuni quando si parla di arte. In questo campo anche un’attività manuale “old fashioned” può trasformarsi in forma espressiva contemporanea e stimolante. È questo il caso dei lavori all’uncinetto abilmente intessuti da Olek. Dopo aver lasciato la natia Polonia in favore di New York, Agata Oleksiak (questo il suo vero nome) ha mosso i primi passi nel mondo della street art facendosi notare per alcune opere di yarn bombing. Arredi urbani, biciclette e muri ciechi della Grande Mela ricoperti di coloratissime maglie sono stati infatti i primi segni del suo passaggio.
Il più famoso è l’intervento che ha vestito di nuovo il Charging Bull di Wall Street; la scultura simbolo dell’aggressiva economia capitalistica si è trasformata, per qualche ora, in un innocuo pupazzone viola. Olek non si è fermata alla strada, ma da qualche tempo è partita alla conquista di spazi museali e gallerie. Le sue gioiose coperture sono il fulcro di installazioni e performance che, con un linguaggio garbatamente sopra le righe, reinventano la tradizione e riportano in vita antiche leggende.
DOVE: 529 West 20th Street, 9E, New York, NY 10011
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.