Durante la design week di New York il Mad Museum (Museum of Art and Design) presentava una singolare mostra di 170 gioielli d’autore basati su immagini fotografiche. “Multiple Exposure”, questo il titolo della rassegna, (8 Maggio/ 13 settembre 2014) esplora attraverso le creazioni di una ottantina di artisti provenienti da vari paesi il rapporto tra fotografia e gioielleria. Si tratta di una relazione fervida, a giudicare dalle opere in mostra, che offre pezzi variegati, da quelli di sapore nostalgico come l’importante collier di Gilreath Ashley,

intitolato “ Chi erano”, che propone le foto degli avi in cornici d’epoca ovali, legate da sottili catenelle d’argento; a quelli più dissacranti, come la collana a più fili di foto segnaletiche, montate su piastrine metalliche verniciate di rosso che regalano una vivace nota di colore simile, al primo impatto, ad un torchon di corallo, oppure come l’ampio collare che riproduce fotograficamente, con effetto tridimensionale, dettagli di architettura, o la spilla ovale di fattura classica, ispirata ai tradizionali medaglioni, che incornicia la surreale foto di una figura femminile che ingoia perle, quasi fossero confetti.

Durante la design week di New York il Mad Museum (Museum of Art and Design) presentava una singolare mostra di 170 gioielli d’autore basati su immagini fotografiche. “Multiple Exposure”, questo il titolo della rassegna, (8 Maggio/ 13 settembre 2014) esplora attraverso le creazioni di una ottantina di artisti provenienti da vari paesi il rapporto tra fotografia e gioielleria. Si tratta di una relazione fervida, a giudicare dalle opere in mostra, che offre pezzi variegati, da quelli di sapore nostalgico come l’importante collier di Gilreath Ashley,
intitolato “ Chi erano”, che propone le foto degli avi in cornici d’epoca ovali, legate da sottili catenelle d’argento; a quelli più dissacranti, come la collana a più fili di foto segnaletiche, montate su piastrine metalliche verniciate di rosso che regalano una vivace nota di colore simile, al primo impatto, ad un torchon di corallo, oppure come l’ampio collare che riproduce fotograficamente, con effetto tridimensionale, dettagli di architettura, o la spilla ovale di fattura classica, ispirata ai tradizionali medaglioni, che incornicia la surreale foto di una figura femminile che ingoia perle, quasi fossero confetti.

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The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.