Come a casa, lontano da casa
2 settembre 2015
12 novembre 2015
Il centro storico di Rieti è stato recentemente interessato da opere di restauro conservativo che hanno riportato il “borghetto” all’antico splendore. Oggi, tra le strette vie, oltre alla storica chiesa si trovano diverse istituzioni culturali e spazi per il ritrovo e lo svago. Si inserisce alla perfezione nell’atmosfera d’antan del luogo il ristorante bar Rigodon, progettato da Tommaso Guerra. Il locale si ispira al teatro di inizio secolo, puntando su arredi in legno scuro, tende damascate, divanetti di velluto, lampade di bronzo e cristallo e affascinanti memorabilia come i manifesti di celebri spettacoli e opere liriche.
Il locale si compone di una sala principale, con tavolini, un salottino conversazione e perfino un pianoforte, e di una saletta segreta tutta da scoprire. Tra due panneggi rossi è incorniciata una libreria che, in realtà, è una porta che si apre su uno speakeasy. Si tratta di un ambiente defilato che si rifà ai bar segreti di un tempo. Sembra di trovarsi dietro le quinte di un palco, con corde, graticci, dei fondali e qualche costume di scena. Il bancone è risolto con una cassa da imballaggio e lo stile più contemporaneo e urban è perfetto per un cocktail tra amici.
DOVE: Vicolo di San Giorgio – Rieti
Il centro storico di Rieti è stato recentemente interessato da opere di restauro conservativo che hanno riportato il “borghetto” all’antico splendore. Oggi, tra le strette vie, oltre alla storica chiesa si trovano diverse istituzioni culturali e spazi per il ritrovo e lo svago. Si inserisce alla perfezione nell’atmosfera d’antan del luogo il ristorante bar Rigodon, progettato da Tommaso Guerra. Il locale si ispira al teatro di inizio secolo, puntando su arredi in legno scuro, tende damascate, divanetti di velluto, lampade di bronzo e cristallo e affascinanti memorabilia come i manifesti di celebri spettacoli e opere liriche. Il locale si compone di una sala principale, con tavolini, un salottino conversazione e perfino un pianoforte, e di una saletta segreta tutta da scoprire. Tra due panneggi rossi è incorniciata una libreria che, in realtà, è una porta che si apre su uno speakeasy. Si tratta di un ambiente defilato che si rifà ai bar segreti di un tempo. Sembra di trovarsi dietro le quinte di un palco, con corde, graticci, dei fondali e qualche costume di scena. Il bancone è risolto con una cassa da imballaggio e lo stile più contemporaneo e urban è perfetto per un cocktail tra amici.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.