Lo spazio di Rossana Orlandi di Via Matteo Bandello si è confermato il melting pot della creatività contemporanea, proponendo in ogni angolo, cortile compreso, creazioni provenienti dai quattro angoli del mondo. Tutti assieme appassionatamente: le nuove aziende, come Ghidini 1961, una collezione di pezzi per la casa in ottone, orchestrata dall’art direction di Stefano Giovannoni; le installazioni scenografiche, come quella di Moritz Waldemeyer per Panerai; le home collection, come l’indiana Scarlet Splendour, progettata da Matteo Cibic; i nuovi talenti italiani, come Francesco Meda con il suo tavolo Split; le sedie in creta policroma del noto designer artistico olandese Maarten Baas; gli arredi memoria di Emanuela Crotti, artista di Crema, che realizza i pezzi “tableaux vivants” incastonando in vari strati di resina epossidica tracce di memorie quotidiane; i pezzi in legno di riciclo di Piet Hein Eek; le finestre cinematografiche di Anotherview che trasformano la casa in uno spazio nomadico, offrendo viste di frammenti di città del mondo. E tanto altro ancora, di sorpresa in sorpresa, a conferma di una creatività internazionale, in continua mutazione, ma sempre effervescente.

DOVE: Via Matteo Bandello, 14/16, 20123 Milano

Lo spazio di Rossana Orlandi di Via Matteo Bandello si è confermato il melting pot della creatività contemporanea, proponendo in ogni angolo, cortile compreso, creazioni provenienti dai quattro angoli del mondo. Tutti assieme appassionatamente: le nuove aziende, come Ghidini 1961, una collezione di pezzi per la casa in ottone, orchestrata dall’art direction di Stefano Giovannoni; le installazioni scenografiche, come quella di Moritz Waldemeyer per Panerai; le home collection, come l’indiana Scarlet Splendour, progettata da Matteo Cibic; i nuovi talenti italiani, come Francesco Meda con il suo tavolo Split; le sedie in creta policroma del noto designer artistico olandese Maarten Baas; gli arredi memoria di Emanuela Crotti, artista di Crema, che realizza i pezzi “tableaux vivants” incastonando in vari strati di resina epossidica tracce di memorie quotidiane; i pezzi in legno di riciclo di Piet Hein Eek; le finestre cinematografiche di Anotherview che trasformano la casa in uno spazio nomadico, offrendo viste di frammenti di città del mondo. E tanto altro ancora, di sorpresa in sorpresa, a conferma di una creatività internazionale, in continua mutazione, ma sempre effervescente.

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The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.