Jobo, una celebrity d’altri tempi
13 ottobre 2016
26 novembre 2015
Austera ed elegante, Vienna è la città simbolo della mitteleuropa e porta bandiera di una signorilità che va oltre ogni tempo. Cuore della capitale, la Ringstrasse è un viale alberato costruito nell’Ottocento in luogo della vecchia cinta di bastioni medioevali, su cui oggi si affacciano i maggiori luoghi simbolo come la Staatsoper, il Kunsthistorisches Museum, il Burgtheater e il Ratahaus. Proprio qui, in un palazzo sorto dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha aperto i battenti il nuovo Grand Ferdinand Hotel. L’imprenditore Florian Weitzer ha voluto creare un luogo che celebra la tradizione ma guarda al futuro. I lavori di ristrutturazione, curati dallo studio Atelier Heiss Architects, hanno portato alla ridefinizione degli interni e alla creazione di differenti zone concepite per accogliere clienti sempre attenti e sofisticati, ma con esigenze differenti.
Per questo motivo ci sono ben tre ristoranti all’interno dell’albergo: il Grand Ferdinand Restaurant specializzato in cucina raffinata dell’Est Europa, il Gulash&Champagne che propone piatti veloci e stuzzichini, il Grand Etage con sala panoramica ispirata a un classico interno viennese. Interessante anche la differenziazione delle camere, 188 in tutto. Oltre alle standard, alle suite a alla grand suite del settimo piano con vista che spazia fino alla ruota panoramica del Prater, sono stati predisposti due “dormitori” con letti a castello prenotabili tramite la piattaforma Airbnb per chi desidera viaggiare low budget. Gli interni delle stanze riflettono appieno la filosofia del Grand Ferdinand, con arredi che guardano al classico ma con finiture e tonalità decisamente contemporanee.
DOVE Schubertring 10-12, 1010 Wien, Austria
Austera ed elegante, Vienna è la città simbolo della mitteleuropa e porta bandiera di una signorilità che va oltre ogni tempo. Cuore della capitale, la Ringstrasse è un viale alberato costruito nell’Ottocento in luogo della vecchia cinta di bastioni medioevali, su cui oggi si affacciano i maggiori luoghi simbolo come la Staatsoper, il Kunsthistorisches Museum, il Burgtheater e il Ratahaus. Proprio qui, in un palazzo sorto dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha aperto i battenti il nuovo Grand Ferdinand Hotel. L’imprenditore Florian Weitzer ha voluto creare un luogo che celebra la tradizione ma guarda al futuro. I lavori di ristrutturazione, curati dallo studio Atelier Heiss Architects, hanno portato alla ridefinizione degli interni e alla creazione di differenti zone concepite per accogliere clienti sempre attenti e sofisticati, ma con esigenze differenti. Per questo motivo ci sono ben tre ristoranti all’interno dell’albergo: il Grand Ferdinand Restaurant specializzato in cucina raffinata dell’Est Europa, il Gulash&Champagne che propone piatti veloci e stuzzichini, il Grand Etage con sala panoramica ispirata a un classico interno viennese. Interessante anche la differenziazione delle camere, 188 in tutto. Oltre alle standard, alle suite a alla grand suite del settimo piano con vista che spazia fino alla ruota panoramica del Prater, sono stati predisposti due “dormitori” con letti a castello prenotabili tramite la piattaforma Airbnb per chi desidera viaggiare low budget. Gli interni delle stanze riflettono appieno la filosofia del Grand Ferdinand, con arredi che guardano al classico ma con finiture e tonalità decisamente contemporanee.
The Moodboarders è un occhio spalancato sul mondo del progetto in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. Non saggi, ma appunti veloci per sintonizzarsi sul ritmo del nostro tempo. Abbiamo viaggiato un anno senza fermarci e perché di questo viaggio non si smarrisca il ricordo abbiamo deciso di editare una versione cartacea. Abbiamo eliminato l’episodico, l’effimero e il fugace, cercando di mantenere la varietà degli argomenti e il loro fluido susseguirsi, di preservare la sorpresa delle scoperte, degli eventi colti nel loro manifestarsi, delle creazioni appena germogliate.