La vanitas in pittura è una natura morta con elementi allusivi al tema della caducità della vita. Il nome deriva dalla frase biblica “vanitas vanitatum et omnia vanitas” e suona come ammonimento all’effimera condizione dell’esistenza. Teschi e scheletri sono le figure per eccellenza delle classiche vanitas. In questa puntata il titolo è stato scelto, sia per riferirsi a figurazioni tipiche delle vanitas, sia per nominare le vanità mondane proprie al mondo della moda. Dal terreno del design sconfiniamo in quello dell’abbigliamento e dell’accessorio, nella convinzione che tra le arti non ci sia separazione e che gioielli, abiti e borsette possano, a pieno diritto, rientrare nella categoria degli oggetti di design e che le contaminazioni siano sempre salutari e stimolanti. Chi disegna moda si nutre di design, rubando spunti, pattern e atmosfere alla natura, all’architettura e al design per corroborare la propria creatività. Chi pratica il design, salvo qualche felice eccezione, nutre ancora dei sospetti su questa arte, considerata frivola e poco ossequiosa ai dettami del Bauhaus. Accessori e abiti sono considerati, al pari delle vanitas, caduchi e passeggeri. Passano, ma ritornano, in un continuo felice ricorrere, per rendere più glamour, con note d’effimero, il duraturo e il funzionale.
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